UNA NUOVA PRIMAVERA DI SPERANZA

Il mondo dopo la pandemia troverà una strada più virtuosa?


 

Svolta in USA, in Vaticano e in Italia 

 

Il mondo dopo la pandemia troverà una strada più virtuosa?

 

Joe Biden, Papa Francesco, Mario Draghi tre diverse personalità, ma un tratto comune: competenza, umiltà e impegno positivo senza l’animo di coltivare facili contrapposizioni.

 

 

Speriamo che non si tratti di coincidenze pur positive ma che la cultura cattolica, priva di presunzioni, rappresenti un nuovo lievito per l’umanità afflitta da troppi conflitti, da vicende economiche complesse e negative e soprattutto da scenari disastrosi per colpa del covid e non solo. La pandemia continua a mietere vite in Italia e nel mondo e a minare l’economia del pianeta.

 

Crediamo che occorra, per rispondere alla crisi economica, sanitaria e sociale la forza delle idee, l’unità di intenti delle istituzioni, ma soprattutto una nuova stagione morale del “dovere” e della responsabilità solidale, a tutti i livelli.

Questo riteniamo si possa realmente realizzare, necessariamente per gradi, ma solo se la volontà dei singoli, dei gruppi e degli stati sarà il frutto di una nuova stagione dei valori morali veri e condivisi.

 

Da questo punto di vista anche gli insegnamenti contenuti nelle encicliche e nei comportamenti “francescani” di Papa Bergoglio costituiscono il fondamento di un nuovo agire alla ricerca di una pace attiva che può essere solo conseguenza di un impegno culturale e sociale delle comunità e delle loro classi dirigenti.

Occorre cioè un orientamento ad un nuovo “umanesimo militante” dove l’interesse economico, politico e militare non possono prevalere sul bene comune oggettivamente riconosciuto.

 

Certo non sarà possibile sconfiggere tutti gli egoismi che contraddistinguono la storia e anche l’attualità della umana convivenza, ma poter sperare in un mondo migliore non è più, crediamo, una semplice utopia: solo frutto e speranza di fede.

I valori comuni di necessario confronto che non esalta la prevaricazione, l’orgoglio del più forte e quindi la prepotenza di parte, costituiscono il lievito di una possibile ripresa anche di un ‘economia ecocompatibile dove il debito buono, cioè la spesa intelligente, può cacciare i “cattivi” mercanti dal tempio.

 

Pensare positivo e auspicare il meglio possibile è un esercizio e uno sport ultimamente poco praticato, sia in Italia che in USA, ma i segnali importanti che abbiamo citato nel titolo autorizzano concrete speranze di miglioramento. Occorre cioè un impegno coerente e consapevolezza che “la casa comune” cioè il nuovo edificio da costruire sia necessariamente costituito da tanti e diversi mattoncini positivi per far risultare più solido e più vivibile il “costruito” della nostra convivenza civile.

Se vogliamo dare un senso al nostro agire, bisogna pensare al domani, metterci a progettare ed a fare, secondo le nostre possibilità, responsabilmente. Ma non si può rinunciare a sognare, sognare un futuro migliore che ora per altro meritiamo certamente.

 

Monsignor Helder Camara scriveva: “se un uomo sogna da solo il sogno rimane un sogno; se molte persone sognano insieme il sogno diventa realtà”.

L’UE in cambio dei 209miliardi di euro, di cui 80 a fondo perduto per la “next generation”, chiede all’Italia di aggredire la piaga del lavoro sommerso e l’evasione fiscale, i ritardi della giustizia civile e penale, la corruzione e l’inefficacia della pubblica amministrazione.

 

Sono queste le riforme, i sogni che ci trasciniamo da 30 anni frustrati e bloccati dalle lobby e corporazioni che hanno corroso e bloccato la classe politica di governo del nostro paese.

Il recovery fund è una grande occasione, forse l’ultima, per modernizzare e migliorare realmente la nostra Repubblica.

Non sarà facile il cammino del nuovo governo Draghi, il Professore Mario Draghi appare però armato di tenacia e realismo, e corroborato dalla volontà e dall’impegno del Presidente Sergio Mattarella.

 

L’animo e lo spirito di Mario Draghi si ritrova e si capisce nella citazione del teologo americano chiamato in causa, forte e chiaro, da lui al meeting di Rimini (comunione e liberazione).

La citazione narra che il filosofo rivolto al Signore gli chiedeva “Dammi o Signore la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza per conoscere la differenza”.

In realtà questi 3 concetti sono scolpiti sulla pietra in una preghiera-riflessione rivolta a Dio da San Francesco di Assisi che il Prof. Mario Draghi ha ben presente pensando a quello che lo aspetta da Presidente del Consiglio dei Ministri.

 

Speriamo bene: si può fare, YES WE CAN, come ricordava Obama e si dovrà fare…

 

Articolo a cura del Dott. Gianfranco Antognoli

 

 

 


 

 

 

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